Fincantieri, esplode la rabbia in Campania e Liguria

Fincantieri taglia e si scatena la rivolta a Castellammare in provincia di Napoli e a Sestri in provincia di Genova, i due cantieri che verranno chiusi insieme al forte “taglio” di Riva Trigoso sempre nel Genoano con il conseguente licenziamento di 2.551 operai nell’ambito del piano industriale 2010-2014 per far fronte alla crisi del settore navalmeccanico. I sindacati, però, sono subito scesi sul piede di guerra definendo la prospettiva “inaccettabile”, chiedendo l’intervento del Governo e annunciando un pacchetto di 8 ore di sciopero da utilizzare entro il 6 giugno, data del prossimo confronto tra le parti. L’azienda ha assicurato che non si tratterebbe di “un piano prendere o lasciare”, mentre il Ministro dello Sviluppo Paolo Romani ha garantito il suo impegno, ma ai dipendenti a rischio non basta. Rimarrebbero senza lavoro 1.400 persone. Un dramma sociale in linea con quello produttivo: a livello mondiale la domanda armatoriale, dal 2007 al 2010, ha subito un crollo del 55%. In Europa, dal 1980, la quota di mercato complessiva è crollata dal 30% al 4% e in 2 anni (2008-2010) si sono persi 50 mila posti di lavoro (circa il 30% della forza lavoro).  A Castellammare di Stabia (come riferito in cronaca) e a Sestri Ponente e Genova giornata di protesta. Un centinaio di lavoratori dello stabilimento campano e dell’indotto ha trascorso la notte nel Municipio della città, occupato fin dalla tarda serata di ieri. In programma anche un blocco stradale lungo la strada statale sorrentina che rischia di far rimanere isolati i Comuni della fascia costiera. I manifestanti hanno provocato danni alle strutture del Municipio, fracassando vetri, rompendo mobili ed anche i banchi della sala del consiglio comunale. Manifestazioni in piazza anche a Genova. Circa 700 dipendenti del gruppo sono partiti dal cantiere di Sestri diretti verso la Prefettura del capoluogo ligure con l’obiettivo di chiedere un incontro al Governo. “Fincantieri – dice il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa – deve fare un passo indietro perché è inaccettabile un’operazione, come quella che ci è stata presentata ieri dall’azienda, che prevede un drastico ridimensionamento di una eccellenza industriale nel mondo quale è la cantieristica italiana”. Apa denuncia la mancanza di “prospettiva di rilancio del gruppo” nel progetto di Fincantieri. “Non chiuderete il cantiere” è lo striscione che apre il corteo dei circa 500 lavoratori.