Torino, a San Salvario Italia migliore

“Chi ha letto Torino è casa mia di Giuseppe Culicchia sa che Torino, fino agli anni novanta e anche oltre, era una città profondamente classista e rigidamente divisa per quartieri, ceti sociali ed etnie di appartenenza.  Emblema di queste divisioni era la circoscrizione 8 e, in maniera particolare, Borgo San Salvario. Appena dieci anni fa San Salvario si presentava come il quartiere “scomodo” di Torino, il rifugio per centinaia di clandestini appena sbarcati e il parcheggio per i tanti diseredati che in questa città avevano provato a cercare fortuna senza riuscirci. Si trattava di una situazione esplosiva dove alla reazione della borghesia collinare sensibile alle sirene della destra si sommavano i tanti attriti tra ebrei e mussulmani, tra albanesi e rumeni, tra sudamericani e nordafricani. Ma, come spesso accade, dai diamanti non nasce niente mentre è dal letame che nascono i fiori. I suoi abitanti, consapevoli che con i coprifuoco e le gazzelle della polizia non sarebbe cambiato niente, hanno incominciato a collaborare. In pochi anni sono nate le prime esperienze associative, hanno aperto nuovi locali e parecchi studenti vi si sono trasferiti grazie agli affitti accessibili. Nel 2003, per iniziativa dei suoi stessi abitanti, è nata l’Agenzia per lo sviluppo locale che ha saputo valorizzare e stimolare il fermento che oggi stiamo vivendo. Un comune attento e una circoscrizione strappata cinque anni fa al centrodestra hanno sostenuto e incoraggiato questo straordinario cambiamento. Luoghi come il Parco del Valentino, un tempo affollato dagli spacciatori, sono diventati la meta preferita dai torinesi durante le giornate di sole; se nel 2000 strade come via Bertollhet o Via Saluzzo erano considerate i luoghi più pericolosi della città oggi, al calar della sera, si riempiono di giovani in cerca della Movida. In un quartiere dove convivono più di 100 etnie e dove si trovano, nell’arco di poche centinaia di metri, una storica Sinagoga, una Moschea, un tempio Valdese e quattro Chiese Cattoliche, il rispetto delle differenze e il cosmopolitismo sono divenuti in pochi anni patrimonio di un’intera comunità. È così che in un quartiere di oltre 50.000 abitanti si è finiti per conoscersi quasi tutti: a San Salvario puoi imbatterti in luoghi, storie e racconti un tempo impensabili. Si va dal mitico Horas Kebab gestito dall’ex cuoco egiziano della Juventus, al ristorante Mar Rosso che propone specialità del Corno d’Africa e il Byberon dagli apericena a prezzi popolari fino ai circoli Arci Sud, Art in Town e Bazura condotti da ragazzi smaniosi di contribuire al miglioramento di questo luogo divenuto comunità.  Se cinque anni fa il centrosinistra era riuscito a vincere per un soffio trascinato dal successo personale di Chiamparino, questa volta la coalizione progressista ha vinto sbaragliando il candidato leghista proposto dal centrodestra con Sinistra Ecologia e Libertà che raggiunge il miglior risultato percentuale di Torino: 8,5% alle comunali e 8,75% alle elezioni circoscrizionali. Un successo che premia gli sforzi di un circolo che, a partire dalla sua nascita come Casa dei Popoli-Casa della Sinistra, ha saputo essere comunità prima ancora che partito. Con pochi mezzi e tanta buona volontà i compagni hanno dato vita a un doposcuola per bambini e a tante altre piccole e grandi iniziative che si sono imposte rendendo le storie personali un punto di forza anziché un ostacolo per la costruzione di una nuova sinistra. La presenza in circoscrizione di una arzilla signora che ha tenacemente lavorato nella commissione cultura inaugurando recentemente La Casa del Quartiere e promuovendo la riapertura del Teatro Cuore di Via Nizza insieme alla creazione di una lista aperta e composta da tante donne, da giovani, da migranti, sono stati il volano di un successo sociale e culturale prima ancora che elettorale. Adesso, con la riconferma di Germana Buffetti e con l’elezione del ventiduenne Manuel Disegni, rappresentante dell’antica comunità ebraica torinese, sarà possibile continuare a far crescere, nel cuore di Torino, l’Italia Migliore”. Lo scrivono in una nota congiunta Adriana Bevione e David Valderrama di Sinistra Ecologia e Libertà di Torino.