Le aziende italiane emigrano in Turchia

L’Italia si conferma un paese “debole” sotto “aggressione” straniera con le migliori aziende che vengono comprate dalle multinazionali estere e con altrettante che vanno ad impiantare la loro produzione all’estero. E’ il caso della Bialetti ha siglato un accordo per la vendita all’indiana Ttk Prestige degli impianti di stampaggio per coniatura e verniciatura a spruzzo che si trovano nello stabilimento di Coccaglio, nel Bresciano. Il contratto sottoscritto con la società di Bangalore, dopo che il cda ha dato il via libera al trasferimento di tali attività in Turchia, prevede un corrispettivo di 4 milioni di euro, che saranno pagati ratealmente (40% entro 7 giorni dalla stipula del contratto; 20% non oltre il 6 giugno; 10% non oltre il 30 settembre e la somma restante non oltre il 30 aprile 2012). L’operazione prevede di concentrare la produzione di pentolame con rivestimento antiaderente attualmente svolta nello stabilimento produttivo di Coccaglio presso lo stabilimento del gruppo sito in Turchia, già attualmente dedicato esclusivamente alla produzione di tali articoli, dismettendo conseguentemente i relativi impianti. “Il management – si legge in una nota – prosegue pertanto nell’implementazione del progetto di progressiva conversione del sito produttivo di Coccaglio, che consentirà un parziale riassorbimento della manodopera, con l’obiettivo di dedicarlo a produzioni legate al business del caffè, identificato già da tempo come uno dei driver di sviluppo del gruppo”. Circa un anno fa, l’azienda aveva chiuso lo stabilimento di Omegna, patria della Moka, simbolo della qualità industriale italiana, mettendo in mobilità 120 lavoratori con l’intenzione di spostare i macchinari in Cina.