Reggio Emilia e Palermo, noi contro le mafie 2011

Nelle giornate del 20 e 21 sarà ospitata a Bibbiano (RE) una delegazione del Comitato Addiopizzo Junior di Palermo, composta da cinque ragazzi e due accompagnatori. I ragazzi saranno ricevuti nella giornata di domani a palazzo Allende dall’assessore provinciale reggiano Ilenia Malavasi. L’associazione Addiopizzo, in una sorta di gemellaggio, apre anche le iniziative del festival “Noicontrolemafie 2011” con un videocollegamento con Palermo in occasione della festa organizzata dall’associazione. La delegazione che sarà presente a Bibbiano, avrà modo anche di incontrare nella mattinata di venerdì 20 gli studenti della scuola secondaria di I° grado “D. Alighieri” per realizzare con loro un laboratorio musicale su “I rap della legalità”, ovvero quelle canzoni con cui, a Palermo, Addiopizzo Junior vuole stare accanto ai commercianti che rifiutano di pagare il pizzo ai mafiosi.  Sabato 21, invece, alle ore 20:30 i giovani di Palermo saranno ospiti della serata di festa di fine anno della scuola media “Alighieri” presso il Parco Manara di Bibbiano, durante la quale canteranno insieme ai loro coetanei bibbianesi i “Rap della legalità”. Questo evento è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione con il progetto “Percorsi di cittadinanza e Legalità” del Consorzio Oscar Romero, affidato alla cura scientifica di Rosa Frammartino. Addiopizzo è un movimento nato a Palermo da un’iniziativa che scosse molto l’opinione pubblica del capoluogo siciliano: il mattino del 29 giugno 2004, su centinaia di piccoli adesivi listati a lutto, attaccati dappertutto per le strade del centro, la città lesse per la prima volta questo messaggio: un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità. Il giorno dopo tutti i telegiornali regionali aprivano con questa notizia, in Procura i Pm che si occupavano delle indagini sul racket, si riunivano con i carabinieri per cercare di capire chi fosse l’autore dell’adesivo, e il prefetto di Palermo Giosué Marino convocava in prefettura il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’adesivo non era firmato e tutti pensarono all’iniziativa di qualche commerciante. Ma si trattava del clamoroso gesto di sette cittadini poco meno che trentenni. Da questo episodio ne è nato un movimento aperto, fluido, dinamico, che agisce dal basso e si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia. È formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i consumatori che si riconoscono nella frase “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Addiopizzo è anche un’associazione di volontariato espressamente apartitica e volutamente “monotematica”, il cui campo d’azione specifico, all’interno di un più ampio fronte antimafia, è la promozione di un’economia virtuosa e libera dalla mafia attraverso lo strumento del “consumo critico Addiopizzo”.